VISIONI
C’era una
casa sulla collina
una vecchia casa diroccata
una povera casa in balia
delle radici dei grandi pini che oscurano il sole e la luce
C’erano due
finestre in quella casa
Due squarci nel vuoto della vita
Che schiaccia chi si affaccia con coraggio,
due finestre dalle quali di sicuro non si affaccia più nessuno.
C’era una
porta in quella casa
Dalle assi di legno consumate dal tempo
una povera porta con in cima una targhetta scolorita.
Non aveva un tetto
quella casa
e dentro custodiva le ossa
di chi vi dimorò per l’ultima volta
di chi è venuto al mondo senza rumore
che il mondo troppo spesso non si accorge
di quanto a volte, veloci per un uomo
passino le ore
IL PENTIMENTO DI DIO
DOPO LA FINE DEL MONDO
Da oggi fermo tutto
disse dio al tempo quando il mondo morì
tutte insieme queste mie creature
disperate e corrotte dalla loro stessa libertà
Oh se fossi stato
appena poco un uomo adesso non sarei così
maledettamente solo
Oh se avessi aperto la tua mente uomo adesso non sarei così
ineluttabilmente solo
O che gioia per
Lucifero
fu il giorno in cui l’uomo contro un uomo scrisse questo è
mio
per poter riscuotere la scommessa che il male come il bene è
nella mente di dio
Quanti uomini a
temere
Della morte lo spettro infame
Cui si chiede di soffrire
Nel nome di un dio che
semplice nella complessità,
non si sentiva più
come può un padre ignorare il pianto di un suo figlio smarrito
e lasciare il male a tormentare la sua anima in terra
con la scusa di una falsa libertà
“Io non posso
piu’ accettare” disse l’ultimo dei papi
“che un bambino muoia per sua libertà
e da adesso io sancisco dinanzi al mondo che mi ascolta
che il libero arbitrio è una scusa di dio
per fregarsene di tutto delle guerre, della fame
degli orrori immensi dell’egoismo umano”
Quanta incertezza
si cela
Dietro un antico mistero di fede
Che da secoli ormai
Rende più dolci le nostre paure
e dall’ordine
di dio il tempo si fermò
e con l’ultimo suo grido la natura si spezzò
e ogni cosa nello spazio infinito si congelò
tutte statue di materia inerte sospese per l’eternità
oh se fosse stato appena poco un uomo adesso non sarebbe così
maledettamente immobile
oh se avesse aperto la sua mente all’uomo adesso non sarebbe così
maledettamente immobile
L’INFINITO
Oggi ho danzato
sulla luna, ho preso al lazzo una cometa
Ho esplorato Orione poi ho dichiarato alle stelle il mio amore
E ho sentito l’infinito
Vivere in me, vivere
per me
Solo con me, non mi basta, no non mi basta più
Geova vomita un po’ d’amore anche per me
E sognare lei, vivere
per lei
Solo con lei
Mi fa sentire vivo, infinito
Ma l’amore è una favola, e chi ci crede vive da re
Ora nel nulla è
apparsa una macchia nera
È la paura dell’eterno, vuoto come il nulla
Grigio come l’infinito
Geova ingoia quel po’ di odio che c’è in me
Vorrei che il mio
sogno divenisse realtà
Ma la realtà è triste come il mondo
E il mondo è vuoto come l’eterno
vuoto come il dolore
pieno di sola disperazione
di soli sogni infranti
di soli pianti soffocati dalla massa informe di persone
finite, e dall’odio rapite
E sognare per lei,
vivere per lei
Solo con lei
Non mi basta, no non mi basta più
Perché sono solo un uomo
E come uomo continuo ogni istante a cercare
a desiderare l’infinito, l’infinito
e per questo adesso, io muoio
TUTTE
LE MIE STELLE
Quanti visi spenti
Quanti volti trascurati
Quante anime smarrite In cerchio senza libertà
Grandi le paure di restare soli al mondo
Senza un anima che possa Soddisfar la propria vanità
Questa notte è
troppo buia E non sono troppo triste
Cosa mai potrò cantare Di questa stupida realtà
Ora chiudo a chiave il cuore Non sopporto quel rumore
Sto seduto ad aspettare Che qualcosa presto o tardi cambierà
Secolo di egoismo
naturale Che penetra nei cuori spegnendone gli ardori
Ed io non posso che accettare la realtà senza lacrime per piangere
con un cuore così fragile ma un’anima indomabile eee
Raccoglierò
tutte le mie stelle E canterò delle mie poesie le più
belle
Solo alla musica dedicherò le mie fantasie Se solo l’alba
non giungesse
A ricordarmi le incompletezze della memoria che già divora
L’ultima mia più dolce parola
Vorrei un fiore
di cristallo Per mancanza di parole
Una chiave ed una rosa Per difendere il mio cuore
Come un onda irregolare i pensieri da limare
Sono espressioni senza cuore frutto acerbo di carne umore e vanità
Non ho un cuore
per sognare Né ragione per pensare
Chi è ispirato non ha speso la sua vita in verità
Ma qui tutto intorno tace
Non si sente alcuna voce asservito alla ragione
il mio cuore fino al sole si alzerà
Secolo di squilibrio celebrale
Che uccide sogni e miti
Schiacciandone i partiti
Ed io non posso che accettare la realtà
Senza idee per cui combattere
Con un cuore senza maschere
E un’anima indomabile
Raccoglierò
tutte le mie stelle
E canterò delle mie poesie le più belle
Griderò puntando al cielo “non è ancora finita”
è il mio tempo, la mia vita, i miei sogni, la mia partita
che si gioca solo una volta
in questo mondo di pazzi ed eroi
UN CIECO
Ti prego prendimi
per mano
E poi volgi il guardo al cielo
Dimmi quanto può bastare
Perché possa vederlo il mio pensiero
Adesso portami in
riva al mare
Dimmi quale sentimento il suo color possa ispirare
Perché blu rosso verde e giallo son solo nei tuoi occhi
È solo il cuor per me a dipingerne i colori
Riesco a vedere
il carrubo dietro le severità
Come i tramonti da malinconie e profondità
Ogni suono, in girandole di mille colori nei miei occhi bianchi
Si trasforma
Le tue carezze i tuoi baci mia dolce sposa
Al centro del cosmo mi spostano in volo
Caro amico non ti
posso spiegare
L’universo che riempie i miei occhi
In un mondo per te troppo lontano
Dove le cose sono più belle senza definizioni
Parlo con tanti
meravigliosi cuori
Non conosco della pelle degli occhi e degli abiti i colori
Uomo di piazza sbraita pure al vento le tue convinzioni
Siam tutti uguali se rapportati ai nostri mondi interiori.
Uomo incravattato
e in frac
non è il tuo aspetto che al tuoi posto parlerà
donna d’alta società
se un cuore hai vanità non lo nasconderà
Vorrei capiste
come in un mondo di ombre e di suoni
l’avere non ha senso
sono i nostri valori gli abiti più veri
sono solo i colori
dei sentimenti
che in noi danzano con la memoria nella
sua infinita vastità
LA
GIOSTRA
Io ricordo come
fosse ieri
Quella vecchia giostra abbandonata tra i rifiuti
Che da bambino mi pareva nuova e
splendida girava al suono di un carillon
Com’è
dolce adesso immaginare che
plastiche sculture girino mosse dai pensieri miei
Gira la giostra ed io vi giro intorno
Come un ubriaco perso nel suo mondo
Dalla nebbia quattro
pallidi fantasmi
Giungono e sui cavalli montano
Ed ognuno ha un numero impresso in fronte
Che ricordi il posto che la morte gli assegnò
Come neve disse
il primo spirito
Il mio corpo su di un prato si posò
E adesso che giro intorno dico
Pensa uomo a ciò che accade nel 42
Folle uomo ma chi
ti ha detto che
Un tuo pari possa esser diverso da te
Tanti ne hai ammazzati per sola vanità
Il tuo animo e gonfio d’odio e crudeltà
Quanto ho sognato
(disse il secondo) un futuro per il mio bimbo
Ma adesso siamo solo polvere che pare neve sui prati di Auswtitz
Odio il mostro umano (disse il terzo) dispensa quando non ha più
valori
Le loro anime nere all’inferno bruciano per i crimini commessi
tra le mura di Auswitz
Non ho sentito disse il quarto l’odore dell’ibncenso dentro
le docce
Eppur si dice che lui sia in mezzo a noi nei prati di Auswitz
STRANANOIA
Che gioco assurdo
osceno e bieco Ov’è l’amor che il cuore domina
Avido d’intima elettiva affinità E Legislatori di questi
cuori
Non son dolci sentimenti Ma Assurde e ingiuste imposizioni che natura
per amore programmò
In Sistemi preordinati
di ordinaria castrazione
sono un cuore che ha sofferto, sono un cuore di cartone
Che non celebra conquiste tra le orge senza senso
sol nella notte fra i suoi versi esorcizza il suo tormento
Ed io, in questa
strananoia parola che coniai nel giorno in cui mi innamorai
A perdermi nella mia stranagioia Che per caso o per destino il suo folle
grande cuore mi donò
Ora l’amore
è buio come una notte senza luna
Come una stanza niente finestre senza una minima apertura
su di un letto vuoto e freddo il suo battito mancato
è ciò che fiacca ogni pensiero di tagliare col passato
Liberato dal sogno
infantile D’amore ideale non resta che cruda realtà
Può senza il calore del cuore la sola ragione Portare passione
in me
Se solo questo odio, è così che adesso amo
generasse una tempesta di ricordi e di tristezza
che soffi via la nebbia che avvolge questa testa
trascinandomi in alto con sè che tra le stelle non senta
Il bisogno d’amore che ho,
Su per la croce
invano ho cercato la fede a lenire il dolore di un cuore che cede
ma la voce di Dio è sorda alle orecchie di chi cerca scampo alla
vita di sempre
e sola con un vuoto nel cuore la mente che muta dal fango in roccia
imponente
inibendo naturalmente questo cuore che solo mente
perchè per sempre non mi ricordi di lei che stringo forte al
mio petto
per sentirla come parte di me, strananoia di una storia di sola incomprensione
... addio!!
AMORE BIANCO
Quando ogni sera
raggiungi il cuscino
La mia mano stanca si ferma a mezz’aria
Non sa se toccarti ancora senz’arrossire
E trema al pensiero di un altro tramonto o o
Ombre Tremule sorridono
alle spalle della mia età
Rapita strappando ad ogni cuore la sua vita
Ricorda la voce
e ricorda i colori
Di un piano che canta una dolce canzone
E vibran le corde scolpendo nel cuore
L’immagine sorda di un sogno d’amore
Sogni acidi colorano
le dolci e ingenue verità di questa vita
Che passa come sabbia tra le dita
Amore bianco non
sentire
La carne calda ti consumerà
Niente più incanto quando il cuore non ragiona
Volgare carne non puoi cambiare
Un dolce bacio in lussuria e libertà
Non è il momento giusto per liberare i tuoi fantasmi
Richiami antichi
e disperati Di amori inutili e sprecati
Che pur parevano dolci e veri
Cosa ti affligge mi chiedi tu Quando ti tiri il lenzuolo su al petto
E se ti chiedo perché sei così triste Volti le spalle
e dal cielo una fata
Lascia cadere una polvere d’oro Che si posa su te come neve sui
monti
T’illumini e splendi d’amore profondo Ma negli occhi ho
un gran vuoto e là fuori è già giorno
Hai scritto in un
foglio, una sera di Luglio che il nostro bel sogno sapeva di vecchio
Fedeli all’amore che brucia le vite strappate alle case di madri
ormai bianche
Due cuori diversi che ruotano intorno ad un albero gonfio di foglie
ingiallite
Il manto di un fiume che scorre lì in fondo divora l’anello
che ho messo al tuo dito.
MORTE
DI UN AMORE
Non so cosa farei
per te
In questa spira di angoscia che ruota da sé
Gli occhi pieni di acidi scenari
Contorni di sogni sempre uguali
Non so perché
ti doni a me
Solo un ripiego ché nel tuo cuore sai chi è
Che scalda il tuo corpo di donna
E saprebbe seguirti fino alla tomba
Canterò in
terra la voglia di sognare
Fino a quando tutto questo non sarà mai più
Capirò che il cuore non è una favola ma solo un certo
calore
Per chi sente ancora il peso di un grande dolore
Spettacolo di varietà
stasera
Da quanto non vivo più, da troppo non mi amo più
Se è qui che riposo ormai dove non si vede mai spuntare il sole
Sparatemi un colpo al cuor anziché vomitargli addosso
Quando muore un
amore
non è il caso di pensare
quando muore un amore
si deve solo dormire
quando muore un amore
non ne devi mai parlare
quando muore un amore
stai attento a cosa fare
Devi cominciare
a scavare una fossa, tanto alta quanto l’odio che genera il dolore,
per la perdita zozza del rancore, partorito dal bisogno innato che mortifica
il cuor
Nel tuo muro di silenzio conta ogni mattone,
ché il tempo passerà masticando ogni passione
Seppelisci, senza indugi, il tuo triste cuore,
e vedrai che domani sarà già un giorno migliore
Mio dolce angelo,
Se all’alba ti dissolverai
Ricordati di serbare, Le mie lacrime amare
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